Vita d’ospedale

I love you all! Sono riuscito a leggere i commenti sul blog, grazie! Sabato
sono andato a trovare una ONG ricca che ha la connessione satellitare flat
con tanto di rete wireless. Sono messi peggio di noi in quanto a strutture
(noi un paio di stanze in muratura le abbiamo, loro solo tende e capanne),
ma si possono permettere una connessione internet vera. Secondo me perché
sono sponsorizzatti dall'UNHCR (l'ufficio dell'ONU per i rifugiati). Volere
essere sempre indipendenti, come noi, non ha però sempre solo svantaggi. Il
GoSS (il Governo del Sud Sudan) ha deciso di spostare tutte le ONG che
operano a Bor fuori dal centro della città. Noi siamo gli unici che potranno
rimanere nel centro della città, dove più serve. Abbiamo in gestione l'
ospedale governativo e oltre all'attività clinica ci stiamo facendo carico
anche della ristrutturazione delle strutture e della formazione del
personale. E' la situazione opposta rispetto a Monrovia: lì stavamo per
riconsegnare l'attività clinica nelle mani del Governo, che l'avrebbe
gestita nel suo proprio ospedale; qui siamo presenti dal 2006, ma solo ora
si inizia a essere a pieno regime e si potrà andare oltre la gestione della
sola emergenza. Anche la nostra squadra si sta rimpolpando. Siamo 3 medici
(chirurgo femmina filippina, internista maschio keniano e io), 2 infermieri
(maschio belga e femmina svedese, con funzioni di coordinatrice medica), una
ostetrica (belga) e 4 logisti (due maschi belgi, un maschio canadese e una
femmina norvegese), ma altri sono in arrivo. Lo staff infermieristico e
tecnico è locale.
Complessivamente l'ospedale ha circa 100 posti letto divisi tra Medicina,
Chirurgia, Pediatria, Ostetricia, Pronto Soccorso e Ambulatorio, per
pazienti esterni. Come sempre crediamo nella gratuità delle cure mediche e
quindi donate soldi, ricchi opulenti uomini e donne del nord del mondo, per
permettere di curare 'sta povera gente.
E' un vero ospedale africano, cioè attorno ai padiglioni in muratura c'è
gente accampata che cucina, lava, dorme, gioca. Anche nei reparti talvolta
non si capisce quale sia il paziente e quale il parente. In genere il
paziente è sul letto e il parente dorme accanto sdraiato su una stuoia a
terra. Il blocco operatorio funziona bene: è davvero una tenda gonfiabile,
ma molto grande. Ha due sale operatorie e spazio a sufficienza per lo
stoccaggio di farmaci e attrezzature. Accanto vi è una seconda tenda
identica, vuota, pronta per le "maxiemergenze" (Dario, sei fiero di noi?).
Anche se non è facile gestire interventi di una certa rilevanza, come le
laparotomie, con la ketamina (per i non addetti, è come suonare il
pianoforte con le muffole), faccio del mio meglio e per ora è andato quasi
tutto bene. Il chirurgo, nonostante la giovane età, se la cava con onore in
tutte le procedure e i tre infermieri che ci assistono sono in gamba
(tecnicamente sono surgical assistants, un po' più che infermieri: possono
eseguire da soli procedure chirurgiche minori).
Stiamo identificando un quarto uomo da formare nelle procedure
anestesiologiche di base e nella gestione dei materiali anestesiologici,
anche per garantire una maggiore continuità a fronte del continuo ricambio
di anestesisti (da parte mia non è facile rispettare quanto viene svolto
cercando di migliorarlo senza frustrare nessuno).
Non abbiamo una banca del sangue e quando si rende necessaria una
trasfusione bisogna cercare un donatore sano tra i parenti. Se non lo si
trova, come nel caso della gravidanza extrauterina di 4 giorni fa che è
arrivata a 2.5 di emoglobina (per i non addetti, è davvero poco), si aspetta
e si spera.
Sabato pomeriggio c'è stata un po' di agitazione perché è arrivato un
ragazzo col sospetto di una febbre emorragica (tipo quella di "virus
letale") e abbiamo dovuto approntare una tenda di isolamento con tanto di
personale in tuta "spaziale". Però non ditelo a nessuno se no arrivano gli
americani, rubano il virus e ci bombardano tutti.
E' finalmente operativa anche l'equipe per l'emergenza meningite. In
collaborazione con il GoSS e con la WHO (l'OMS) bisogna stabilire se i casi
di meningite che si presentano fanno purtroppo parte della normale endemia
presente in queste zone (siamo nel pieno della cosiddetta "cintura della
meningite") o se si tratti invece di un'epidemia che richiederebbe misure
profilattiche e terapeutiche più capillari sul territorio. L'identificazione
dei casi sospetti e la raccolta dei dati non è semplice mancando una rete di
assistenza sanitaria di base per i villaggi, e così la nostra equipe si
muove col fuoristrada attorno a Bor e cerca di capirci qualcosa.
Insomma, tutto sta ripartendo con entusiasmo dopo il brusco stop di fine
novembre 2007, dovuto a "the incident", come viene chiamato qui. I continui
soprusi e le conseguenti ritorsioni tra etnie avevano suscitato una caccia
all'uomo diretta verso i Murle (di Pibor) da parte dei Dinka (di Bor). In
ospedale erano stati ricoverati, in accordo con le autorità locali, alcuni
pazienti Murle che non era possibile curare a Pibor. Quando la situazione in
città è precipitata si è deciso di evacuare i pazienti con nostre auto,
trasferendoli temporaneamente nella nostra sede di fronte all'ospedale. La
gente dall'esterno, forzando i cancelli e violando la neutralità delle
nostre strutture, ha invaso la sede e ha linciato quattro pazienti. L'equipe
internazionale di 17 persone è stata subito rimpatriata e solo dopo attente
valutazioni si è deciso di ritornare e continuare il progetto. Il clima ora
è molto più disteso, ma nessuno degli operatori presenti allora è stato
fatto tornare sul campo.
Pochi giorni fa tre colleghi della mia ONG sono morti invece in Somalia, per
lo scoppio di una bomba. Si parla di attentato organizzato. Anche lì tutti
gli 87 operatori internazionali operanti nei 14 progetti sanitari in Somalia
sono stati evacuati. Un po' di tristezza.
Finisco dicendo che io sto bene. L'umore è ottimo, il fisico sano. Sono
reperibile una notte ogni quattro per l'ospedale e ogni notte per la sala
operatoria, ma fino ad ora sta andando bene. Il Lariam inizia un po' a farsi
sentire e un fiume ininterrotto di sogni mi intrattiene ogni notte: mai
particolarmente drammatici, si incentrano soprattutto su donne e automobili…
chissà perché…

Spazio libri: "La casa di Dio", di Samuel Shem; credevo fosse un romanzo
divertente sui primi anni di tirocinio di un gruppo di giovani medici e
invece si è rivelato un'acuta riflessione sulla medicina nelle sue tre
componenti essenziali: la vita, la morte e l'amore. Fantastico. Grazie Giò!

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Commenti

  • Stefy  Il 5 febbraio 2008 alle 12:40

    Ciao! I tuoi racconti ogni tanto mi fanno un pò paura…non sarà troppo pericoloso stare lì?? Ma tanto so che ci torneresti ancora e ancora…! Sono fiera di te e di quello che stai facendo! Mi raccomando cerca di fare il possibile per quelle povere donne che partoriscono in condizioni terribili…o direi meglio, che cercano di dare alla luce delle bambini già segnati da un destino tremendo senza averne nessuna colpa! Io sono con te! Sicuramente l’ostetrica belga sarà bravissima e…simpaticissima! Trattala bene!Un abbraccio forte! Stefy

  • Jacopo  Il 5 febbraio 2008 alle 13:12

    A proposito di governo: Marini ha gettato la spugna: si va a elezioni probabilmente il 13 aprile, anche se è stato fissato il referendum il 18 maggio che probabilmente rischia di slittare 1 anno…uè, mi raccomando, i tuoi racconti non sono molto tranquliizzanti, ne le notizie sui battaglioni che attraversano il Sudan per arrivare al Ciad… TU cerca di tornare sano e salvo che il tuo voto è importante!Un abbraccio

  • Anita  Il 6 febbraio 2008 alle 09:08

    Ciao!!! Che bello sentirti…Torna ancora a trovare i tuoi amici delle ong ricche così ci scrivi!!!Sai però che alla vigilia della mia partenza i tuoi racconti mi angosciano un pò…io parto il 14, non mi ricordo se te l’ho già detto. Sono contenta di sentire che stai bene, e che tieni duro. Mi dai fiducia!!!Inizio a sentire un pò la pressione della partenza, e ho quelle strane sensazioni tipo che mi immagino come saranno i posti dove andrò, cosa vedrò quando mi sveglierò al mattino.Vabbè mi raccomando, anche se non ce n’è bisogno…bacio!!!

  • Natalie  Il 7 febbraio 2008 alle 11:42

    Magari la parte sugli attentati (riusciti) ai tuoi colleghi di ONG potevi raccontarcela alla fine, una volta con i piedi sul suolo natìo.. noi qui saremmo più tranquilli senza saperle, certe cose.. Ma so che il diritto di cronaca è più forte di tutto.Ti sento carico, entusiasta.. mi piace, fai venire voglia anche a me di provare qualcosa di simile.Qui sta arrivando la primavera, oggi è una giornata splendida, sole, cielo blu, venticello tiepido. Certo, niente a che vedere con quello che hai tu lì!Mi raccomando, comportati bene con la componente femminile dello staff.. anche se immagino che l’atteggiamento da “donna in zona: tono basso e occhio languido.. ma non lo faccio apposta, mi viene naturale” sia già a buon punto!Salto tutta la solita parte di raccomandazioni e frasi carine tanto lo sai, “io di più”.

  • Anonymous  Il 7 febbraio 2008 alle 16:51

    Caro luigi, sono fiera di te! L’ha scritto la stefy e sottoscrivo in pieno. Mi sento un po’ in colpa avendo i bambini con banale influenza e il bancone di cucina invaso di flaconi e flaconcini con ogni genere di cura contro tosse,raffreddore, orecchie rosse etc. Il pediatra prescrive e noi compriamo…Anny

  • Anonymous  Il 7 febbraio 2008 alle 16:53

    …e aggiungerei: mi sento in colpa in ogni caso, sia che acquisti tutto e usi tutto sia che scelga di non somministrare tutta quella roba sciropposa…Anny

  • Elena e Marco  Il 9 febbraio 2008 alle 15:43

    Ciao Sgigi, noi ti leggiamo un pò da Roma e un pò da Milano.Ti pensiamo.Un abbraccio.EMPS: Veltroni si presenta da solo, è ufficiale; Silvio si presenta con Fini partito unico notizia di ieri….sarà dura battaglia.

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